Identificazione della descrizione
Nome del parco Villa Caruso Bellosguardo
Data creazione anni ottanta del Cinquecento, anni venti del Seicento, 1672-1678, 1687-1696, 1730, 1906-1920 circa
Comune Lastra a Signa
Regione Toscana
Autore/Creatore Dosio, Giovanni Antonio_architetto, Del Tadda, Romolo_scultore, Silvani, Gherardo_architetto, Ciaccheri, Giuliano_architetto, Foggini, Giovan Battista_architetto, Ruggeri, Ferdinando_architetto, Baccani, Gaetano_architetto, Sabatini, Rodolfo_architetto
Proprietario Proprietà Ente pubblico territoriale
Coordinate via di Bellosguardo, 54info@villacaruso.it
https://www.villacaruso.it/it/
Posizione Latitudine: 43.767913
Longitudine: 11.081016
Fonte Giancarlo Coccioli, 2013

Cronologia

"Nel 1541 i Pucci, antica famiglia fiorentina, acquistano la proprietà in un periodo impegnativo: uno dei suoi membri più rappresentativi, Pandolfo, ordଠma non mise in atto una congiura per uccidere il granduca Cosimo I. Questi, venuto a conoscenza del piano fece, impiccare Pandolfo con altri congiurati e ne confiscò i beni. àˆ solo a partire dagli anni ottanta del '500 che il colto figlio di Pandolfo, l'abate Alessandro, amico del cardinale di Firenze Alessandro de Medici, riuscଠa far revocare le sanzioni di Cosimo I e avviò una completa ricostruzione della villa e del giardino affidando il progetto a Giovanni Antonio Dosio. Il giardino venne abbellito con statue di Romolo Del Tadda, allora attivo anche a Boboli. Negli anni venti del '600 Niccolò Pucci edificò davanti alla villa una fattoria, la cosiddetta "palazzina" mentre tra 1672 e 1678 il figlio Orazio Ruberto privilegerà l'aspetto ludico modificando la villa e il giardino secondo il gusto tardo-barocco. Chiamò uno dei Silvani (forse Gherardo) per ingrandire il giardino con nuovi terrazzamenti, allargare e prolungare i viali e creare nuovi terrazzamenti, sia sopra che sotto il piano della villa. Vi lavorarono poi Giuliano Ciaccheri dal 1687 a cui subentrò dal 1690 al 1696 Giovan Battista Foggini per ulteriori ampliamenti del giardino, il prolungamento degli assi dei viali, la realizzazione di una grotta (non più esistente) e di varie fontane. I lavori continuarono fino al 1730 con l'intervento di Ferdinando Ruggieri. Nel 1858 la tenuta venne acquistata dal conte Giuseppe Campi che si avvalse dell'opera di Gaetano Baccani per modifiche agli edifici e al giardino. Nel 1906 la villa passò al celebre tenore Enrico Caruso che volle rendere simmetrici i due edifici (villa e fattoria) affidando i lavori a Rodolfo Sabatini, il quale collegò le due strutture mediante una galleria terrazzata di gusto eclettico. La villa venne riacquistata dal Comune di Lastra a Signa nel 1995 ed è oggi sede del Museo Enrico Caruso."

Riassunto

Il giardino della residenza, acquistata nel 1541 dall'antica famiglia fiorentina dei Pucci, venne realizzato da Giovanni Antonio Dosio negli anni ottanta del Cinquecento e più volte modificato nel Seicento forse da Gherardo Silvani e poi da altri architetti, fino al secolo scorso quando, divenuta la proprietà una delle preferite del tenore Enrico Caruso, venne rimodellato da Rodolfo Sabatini. Colpisce non solo la straordinaria posizione panoramica, da cui prende il nome la villa, ma anche l'originale pianta romboidale che si incastona come una pietra preziosa bordata di cipressi sul poggio.

Descrizione

Alla villa si accede dall'ingresso sud. Sorpassato l'edificio moderno della portineria, si imbocca un viale contornato da viburni, allori e lecci che conduce lateralmente allo spiazzo centrale con due ampie aiuole erbose bordate di bosso dove appaiono le statue di Diana, di Apollo e dell'Allegoria delle Stagioni. Su questo spazio affacciano i due edifici simmetrici (la villa cinquecentesca e il vecchio granaio) uniti da un portico, frutto della ristrutturazione voluta dal tenore Enrico Caruso ed eseguita da Rodolfo Sabatini. A destra è la villa cinquecentesca realizzata da Giovanni Antonio Dosio, a sinistra è il vecchio granaio ampliato e reso simmetrico da Caruso ai primi del '900. Un portale aperto al centro del portico conduce al parterre geometrico in bosso decorato con vasi di agrumi che si sviluppa nello spazio tra le due costruzioni, al centro vi è un piccolo fontanile. Oltre al giardino da un primo terrazzamento si scende per una scala poligonale introflessa ed estroflessa in uno spiazzo erboso cinto da muretto con gruppi statuari a soggetto agreste e più esternamente da una bordatura geometrica di bosso ritmata da forme sferiche. Proseguendo sul viale si incontrano un tigre scolpita, la fontana del Tritone sotto un monumentale tiglio, quella di Nettuno e una scalinata a due rampe immersa nella quinta arborea di cerri, cipressi e lecci che disegna l'angolo sud-ovest del rombo. Percorrendo a destra i viali che definiscono il rombo in prossimità del primo vertice è un gruppo scultoreo con Atena, Calliope, Doride e Apollo, in quello successivo è posto un belvedere degl Zitti aperto sulla valle e adorno delle statue seicentesche di Pan, Bacco, Venere e di una Ninfa, nell'ultimo, vi è un cammello scolpito. Ritornando verso il vertice sud-ovest si incontra sulla sinistra una fontana ottagonale.

Spazio per le note

Definizione : Giardino

Tipologia : misto

Visitabile : aperto al pubblico

Bibliografia

"S. Bonavoglia, La villa e il parco di Bellosguardo: cinque secoli di arte e storia, Firenze 2001, S. Bonavoglia, La Villa di Bellosguardo a Lastra a Signa, in E. Barletti (a cura di), Giovan Antonio Dosio da San Gimignano architetto e scultore fiorentino tra Roma, Firenze e Napoli, Firenze 2011, pp. 507-529, L. Karran, Animals, peasants and gods. The mysteries of the statuary at Villa Bellosguardo, in "Garden history", 40 2012, pp. 268-293."