Presso la famosa sorgente sulfurea del Bulicame, già citata da Dante nell'Inferno e utilizzata fino a tutto l'Ottocento per la lavorazione della canapa, è nato nel 1991 l'Orto Botanico dell'Università della Tuscia, che ha trasformato, ad opera del suo ideatore e primo direttore Angelo Rambelli, i sei ettari di terreno brullo e biancastro in un paradiso verdissimo con collezioni di piante, secondo criteri tassonomici, fitogeografici ed ambientali.Vi si trovano un Giardino dei semplici, un palmeto, un modello di macchia mediterranea, un esempio di bosco misto, una straordinaria collezione di piante succulente, piante rare nelle serre e molto altro. Sono state recuperate le canalette dell'antico sistema del Bulicame e i bacini trasformati in laghetti per le piante lacustri. L'Orto Botanico collabora con la Banca del Germoplasma della Tuscia per la conservazione della biodiversità . Inoltre organizza mostre, seminari e corsi tematici, ed è molto frequentato dai gruppi scolastici. Si può seguire un percorso di Arte e natura con opere di artisti che si sono ispirati al rapporto con la natura: tra questi Attilio Pierelli con L'onda del 1966 e Patrick Alò con il suo enigmatico Chirone. L'Orto Botanico, con altre strutture dell'Università della Tuscia, fa parte del Sistema Museale di Ateneo.