Identificazione della descrizione
Nome del parco Villa Medici
Data creazione Secc. XVI/ seconda metà - XX/ terzo quarto
Comune Roma
Regione Lazio
Autore/Creatore Lippi Annibale, progettista
Autore/Creatore Della Porta Giacomo, progettista
Autore/Creatore Ammannati Bartolomeo, progettista
Proprietario Proprietà Ente straniero in Italia
Coordinate Viale Trinità dei Monti 1, 00187standard@villamedici.it,. mailto:visiteguidate@villamedici.it
http://www.villamedici.it/it
Posizione Latitudine: 41.908747
Longitudine: 12.482576
Fonte Santolini Sandro, 2013

Cronologia

"Il cardinale Giovanni Ricci acquistò nel 1564 dalla famiglia Crescenzi una vigna sul Pincio, nel sito occupato in epoca romana dagli Horti di Lucullo, in una posizione dominante su Roma. Il cardinale incaricò Nanni di Baccio Bigio di progettare il palazzo e il grande quadrato dell'annesso giardino, insieme al complesso sistema idraulico che alimentava le numerose fontane. Il primo fabbricato abitativo fu costruito dal cardinale Marcello Crescenzi su progetto del fiorentino Nanni Lippi e alla sua morte i lavori proseguirono con il figlio di Lippi, Annibale. Nel 1564 i nipoti del cardinale Giovanni Ricci di Montepulciano acquistarono i terreni su cui sorgeva la Casina Crescienzi ubicata tra i vigneti. Vennero creati dei grandi terrazzamenti creando un giardino cinto da mura. Il giardino era diviso in sedici quadrati con sei aiuole. Il matematico-ingegnere-architetto Camillo Agrippa progettò un sistema di irrigazione che permise di alimentare delle nuove fontane e dei bacini. Dopo la morte dell'architetto, tra il 1568 e il 1572, la direzione del cantiere passò a Giacomo della Porta. La villa fu venduta nel 1576 dagli eredi del Ricci al cardinale Ferdinando de' Medici, che affidò a Bartolomeo Ammannati il riordino della facciata interna del palazzo, verso il giardino. Il progetto prevedeva l'apertura di una loggia con serliana, la realizzazione di un piano nobile, di due torri altane unite da una terrazza e la fitta decorazione esterna con l'inserimento di reperti antichi, in gran parte provenienti dalle collezioni della Valle e del Bufalo. Durante i lavori di sistemazione del vigneto antistante l'edifico, emersero statue e bassorilievi romani che vennero inseriti nel giardino e nella villa. In questo periodo sembra sia stata piantata la "silva", bosco posto a sud del giardino. Nel 1580, la proprietà acquistò la vigna di Giulio Bosco, che permise di chiudere il giardino tra le Mura Aureliane e via Pinciana. Fu creato un lungo vialo che collegava il giardino al Parnasso, una piccola collina artificiale che cela un tempio antico. Nei giardini si trova inoltre una voliera in muratura decorata con affreschi di animali. A partire dal 1584-1585 le tre stanze del piano nobile furono decorate da Jacopo Zucchi, in collaborazione con Alberto e Giovanni Alberti, Matteo Brill e Francesco Zucchi. Tra la fine del Cinquecento e gli inizi dell'Ottocento la villa subଠprogressive spoliazioni delle decorazioni scultoree, in buona parte confluite nelle raccolte medicee di Firenze. Destinata a sede degli ambasciatori del Granducato di Toscana, la villa passò, nel 1737, nelle mani del granducato degli Asburgo Lorena, che ne spogliarono sia gli interni che il giardino dei preziosi arredi e sculture. Nel 1776 un nuovo restauro comportò alcune modifiche del disegno del parterre, che tuttavia continuò a rispecchiare gli allineamenti voluti da Ferdinando de' Medici. Napoleone Bonaparte ne prese possesso nel 1803, istituendovi l'Acadà©mie de France à Rome. L'Accademia si trova ancora oggi in questa splendida cornice e organizza importanti mostre ed eventi. Sotto il direttorato di Ingres vennero messi a dimora i pini marittimi, che oggi caratterizzano il giardino e furono modificate leggermente le aiole. Il direttore della villa, il pittore Balthus, risistemò le aiole davanti alla villa, modificando l'aspetto che aveva nel XIX secolo. Negli ultimi anni, a partire dall'anno Duemila, è stato avviato un processo di restauro del giardino, deteriorato soprattutto da un punto di vista fitosanitario, sia per i pini che per le aiuole, diretto dall'architetto Giorgio Galletti."

Riassunto

La Villa Medici, col suo giardino, è uno splendido complesso architettonico e paesaggistico sulla sommità di un promontorio al Pincio, nel centro di Roma, che conserva ancora oggi, nonostante qualche modifica, l'aspetto della fine del fine diciassettesimo secolo. La ripartizione in tre aree principali richiama quella raccomandata dalla trattatistica sui giardini sin dall'epoca tardomedievale. Su questo giardino pensile, che si affaccia da un lato sulla città , dall'altro sul verde di villa Borghese, le misure sono dettate da una rigorosa partizione commentata dalla presenza delle erme, che scandiscono lo spazio e lo rendono percepibile al visitatore.

Descrizione

La sistemazione del giardino ad opera di Bartolomeo Ammannati, a partire dl 1576, comprende l'ampliamento verso nord e un terrazzo con fontana a ovest, di fronte alla villa. Il giardino fu organizzato in tre spazi principali. Il parterre, destinato alla coltivazione di fiori rari e di semplici, i Quadrati, dove furono piantati frutteti e orti, il Bosco, nella forma di ragnaia toscana, destinato all'uccellagione con le reti. Il Bosco si concludeva con una collina artificiale detta Montagnola, ma anche Parnaso, in quanto avrebbe dovuto rievocare il monte sacro ad Apollo e alle Muse. Il giardino rifletteva in pieno la personalità del committente, Ferdinando de' Medici, amante della geometria, della matematica e della cartografia. Questo spirito di chiarezza lo aveva stimolato ad applicare con rigore i metodi della quadratura rinascimentale su un terreno livellato con importanti riporti di terra. In questo giardino pensile, che si affacciava da un lato sulla città dall'altro sulla campagna, le misure dettavano una rigorosa partizione, commentata dalla presenza delle erme, dei busti di uomini illustri, che scandivano lo spazio, rendendolo percepibile al visitatore. L'aspetto della fontana con Pegaso e figure femminili, probabilmente le Muse del Monte Elicona, è testimoniato all'interno della villa da un affresco nello studiolo eseguito dallo Zucchi, dove si vedono le tre tazze sovrapposte, due quadrate, popolate di figure femminili, e una circolare, dominata dal grande cavallo alato. Il tema del Parnaso ricorre spesso nella decorazione dei giardini rinascimentali, perchà© la tradizione esiodea tramandava il ruolo del monte Elicona, con il tempio delle Muse, e la fonte delle acque nate dallo zoccolo di Pegaso, quali ispirazione ai re di buon governo. Il topos era dunque il giardino come luogo adatto alla concentrazione e alla riflessione intellettuale, favorite dalla natura circostante. Un affresco nello stanzino dell'Aurora permette di ricostruire l'aspetto dell'ampliamento del giardino verso nord: il grande quadrato, già sistemato su committenza del cardinale Ricci, con sei quadranti di disegno geometrico coltivati a fiori, venne affiancato un enorme spazio quadrangolare. Percorso da viali perpendicolari formanti quattro quadranti principali a loro volta divisi per quattro, i viali maggiori erano coperti da pergolati o cocchi. Nella parte nord del giardino si concentravano invece i frutteti composti essenzialmente da alberi nani frutto di una particolare tecnica di coltivazione, sull'esempio di quella adottata nel giardino di Boboli a Firenze da Eleonora di Toledo, madre di Ferdinando de' Medici. Attualmente occupato dalla statua della dea Roma, donata da Gregorio XIII Boncompagni, l'asse rettilineo principale, che percorre ancora oggi tutto il giardino, dall'ingresso su via di Porta Pinciana, terminava a settentrione con il gruppo delle Niobidi, composto da quattordici statue e un cavallo posti sotto una tettoria. Sul lato destro dell'asse, dietro all'antiquarium, un secondo terrazzamento ospita oltre il boschetto di lecci una raffigurazione del monte parnaso realizzata sotterrando l'antico tempio della Fortuna. Oggi ridotto a una collinetta, il monticello, a tre gradoni sovrapposti, liberamente ispirato al Musoleo di Augusto, era coronato per ogni livello da un filare di cipressi e attraversato da una scalinata. Superato i monticello del Parnaso si giunge alle Mura Aureliane, dove una torre venne reimpiegata come loggia di Cleopatra, mentre un'altra fu utilizzata come padiglione studiolo del cardinale, affrescato da Jacopo Zucchi con pergole, grottesche, scene mitologiche e vedute della villa. Con il passaggio della villa all'Accademia di Francia ebbe inizio un periodo di notevole ripresa del giardino, dopo anni di abbandono. I vari direttori cercarono soprattutto di sistemare decorosamente le varie antichità all'interno del giardino. Da ricordare tuttavia come proprio al primo perido francese debba essere ricondotta la piantagione, all'interno dei quadrati, di ottanta pini domestici in luogo dei mori gelsi, eseguito nel 1832, sotto la direzione di Horace Vernet. Da allora il paesaggio di villa Medici sarà identificato con questa pineta, mentre gli olmi che fin dal tempo di Ferdinando de' Medici avevano segnato i viali, andranno a scomparire del tutto verso la fine dell'Ottocento. Nonostante alcuni inserimenti di essenze e alberature tipici dell'eclettismo italiano del XIX secolo, come la piantagione di palme, Olea fragrans, eucalipti, magnoli, catalpe, oltre a innumerevoli varietà di fiori, il giardino rimase pressochà© inalterato nella sua struttura fino al 1974, quando fu deciso, per volontà dell'allora direttore dell'Accademia di Francia, Balthus, di riportarlo alla forma visibile in una veduta non del tutto attendibile di Giovan Battista Falda, datata 1676, ridisegnando i sei recinti del parterre ed eliminando alberi e cespugli o trapiantandoli nella zona della Braccheria, inoltre la larghezza del viale dell'obelisco fu dimezzata e il fronte ovest dei compartimenti avanzato di circa mezzo metro. Nel 2000, su iniziativa del direttore Racine, è stato intrapreso un accurato restauro del giardino, condotto a termine sotto la direzione del suo successore, Richard Peduzzi (2002-2008), su progetto dell'architetto paesaggista Giorgio Galletti. Il nuovo restauro è stato necessario soprattutto per far fronte ad alcuni vistosi problemi di degrado, quali la crescita abnorme delle siepi, che aveva portato all'alterazione dei rapporti spaziali, la erosione del Parnaso, la vetustà dei grandi pini domestici ormai giunti alla fine del loro ciclo vitale. La Villa Medici, col suo giardino, è uno splendido complesso architettonico, sulla sommità di un promontorio al centro della città di Roma, che conserva ancora oggi, nonostante qualche modifica, l'aspetto della fine del fine diciassettesimo secolo. La ripartizione in tre aree principali richiama quella raccomandata dalla trattatistica sui giardini sin dall'epoca tardomedievale. Su questo giardino pensile, che si affaccia da un lato sulla città , dall'altro sul verde di villa Borghese, le misure dettano una rigorosa partizione commentata dalla presenza delle erme, che scandiscono lo spazio e lo rendono percepibile al visitatore.

Spazio per le note

Definizione : Giardino

Tipologia : misto

Strutture architettoniche : Casino Nobile (sede dell'Accademia di Francia), terrazza balaustrata monumentale, Logge con statue, bassorilievi e affreschi sul Muro Torto, fontana con obelisco e delfini, galleria con nicchioni, fontana con bacino circolare e tazza superiore, Fontana del Mercurio, Ingresso monumentale su via di Villa Medici, Studi per artisti.

Misura : 7ha

Visitabile : accessibile con permesso

Bibliografia

M. Hochmann ( a cura di), Villa Medici: il sogno di un cardinale. Collezioni e artisti di Ferdinando de' Medici, cat. della mostra (Roma 1999-2000), Roma 1999, Campitelli Alberta, Accademia di Francia. Villa Medici, in Pasquali Michela (a cura di), I giardini della diplomazia. Ambasciate e accademie straniere a Roma, Milano 2003, pp. 153-162.