Identificazione della descrizione
Nome del parco Villa d'Este a Tivoli
Data creazione secc. XVI/secondo quarto- XVII/ secondo quarto
Comune Tivoli
Regione Lazio
Autore/Creatore Ligorio Pirro, ideatore
Proprietario Proprietà Stato
Coordinate Piazza Trento, 5 - 00019villadestetivoli@teleart.org
http://www.villadestetivoli.info/
Posizione Latitudine: 41.963245
Longitudine: 12.795883
Fonte Santolini Sandro, 2014

Cronologia

"Villa d'Este, capolavoro del giardino italiano sito Patrimonio dell'Umanità UNESCO dal 2001, con l'impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d'acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco. La villa venne creata alla metà del Cinquecento dal cardinale Ippolito II d'Este, che dopo le delusioni per la mancata elezione pontificia, fece rivivere qui i fasti delle corti di Ferrara, Roma e Fointanebleau e la magnificenza di Villa Adriana. Governatore di Tivoli dal 1550, il cardinale immaginò di realizzare un giardino nel pendio dirupato della "Valle gaudente", chiamando a ideare il programma architettonico e iconologico della Villa, il celebre pittore-archeologo-architetto napoletano Pirro Ligorio, affiancato nella realizzazione del progetto dall'architetto Alberto Galvani. Le sale del Palazzo vennero decorate sotto la direzione di protagonisti del tardo manierismo romano come Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia e Antonio Tempesta. La sistemazione era quasi completata alla morte del cardinale (1572). Dal 1605 il cardinale Alessandro d'Este diede avvio ad un nuovo programma di interventi per il restauro e la riparazione dei danni alla vegetazione e agli impianti idraulici, ma anche per creare una serie di innovazioni all'assetto del giardino e alla decorazione delle fontane. Altri lavori furono eseguiti negli anni 1660-70, con il coinvolgimento dello scultore-architetto Gianlorenzo Bernini. Nel XVIII secolo la mancata manutenzione provocò la decadenza del complesso, che si aggravò con il passaggio di proprietà alla Casa d'Asburgo. Il giardino gradualmente abbandonato: i giochi idraulici, non più utilizzati, andarono in rovina e la collezione di statue antiche, appartenente alla collezione del cardinal Ippolito, fu smembrata e dispersa. Soltanto alla metà del XIX secolo, il cardinale Gustav von Hohelohe, ottenuta in enfiteusi la villa dai duchi di Modena nel 1851, avviò una serie di lavori per sottrarre il complesso alla rovina. La villa ricominciò cosଠad essere punto di riferimento culturale, e il cardinale ospitò spesso, tra il 1867 e il 1882, il celebre musicista compositore Franz Liszt, che a Tivoli compose l'opera per pianoforte "Giochi d'acqua a Villa d'Este", e vi avrebbe tenuto uno dei suoi ultimi concerti nel 1879. Allo scoppio della prima guerra mondiale la villa entrò a far parte delle proprietà dello Stato Italiano, per poi essere aperta al pubblico e interamente restaurata negli anni 1920-30. Un altro radicale restauro fu eseguito, subito dopo la seconda guerra mondiale, per riparare i danni provocati dal bombardamento del 1944. Altri significativi interventi sono stati operati pressocchè ininterrottamentre negli ultimi decenni tra i quali va segnalato, in particolare, il recente recupero delle Fontane dell'Organo e del "Canto degli Uccelli" e il progetto di illuminazione notturna, realizzato adottando criteri utili alla salvaguardia dei secolari cipressi, che invece erano stati in precedenza danneggiati da analoghi progetti."

Riassunto

"La Villa d'Este per la sua concezione innovatrice, la creatività e l'ingegnosità delle opere architettoniche del suo giardino (fontane, bacini etc.) è un esempio incomparabile del giardino del XVI sec. Sito Unesco dal 2001, il complesso, uno dei primi "Giardini delle meraviglie", è stato fin dall'inizio un modello per lo sviluppo dei giardini in Europa", costituendo una delle testimonianze più significative e complete della cultura del Rinascimento nella sua espressione più raffinata."

Descrizione

Il giardino di Villa d'Este è inserito nello straordinario contesto paesaggistico, artistico e storico di Tivoli, con i resti prestigiosi di ville antiche come Villa Adriana e un territorio ricco di forre, caverne e cascate, originato dall'erosione millenaria operata dalle acque. Le imponenti costruzioni, il sovrapporsi di terrazzamenti rimandano ad evidenza ai giardini pensili di Babilonia, una delle meraviglie del mondo antico, mentre l'adduzione delle acque, con un acquedotto e un traforo sotto la città , rievoca la sapienza ingegneristica romana. Il complesso, composto dal palazzo e dai giardini circostanti, ha la forma di un quadrilatero irregolare e occupa una superficie di 4,5 ettari. Il casino di residenza, caratterizzato da una planimetria irregolare, derivata dalla preesistenza di un edificio monastico, mostra sul lato verso il giardino forme architettoniche essenziali, con un lungo corpo principale su tre livelli e padiglioni laterali di poco aggettanti dalla struttura. Questa facciata, uniforme, è interrotta da un'elegante loggia centrale su due livelli, con rampe di scale e la Fontana di Leda al livello inferiore. Le stanze principali del palazzo sono disposte in file su due piani e si aprono sul giardino. Questo si estende lungo due pendii scoscesi, degradando dal palazzo fino a una terrazza pianeggiante e disegnando una forma che ricorda un anfiteatro. La loggia del casino segna gli assi longitudinale e centrale del giardino, il cui disegno è impostato su una griglia di percorsi ortogonali disposti simmetricamente rispetto all'asse mediano longitudinale, linea di riferimento visuale dell'intero impianto, mentre in senso trasversale cinque assi costituiscono gli elementi ordinatori della composizione architettonica, con sistematica creazione di coni visivi laterali verso i fondali delle fontane, collocate in spazi confinati rispetto al contesto. Sebbene il cortile centrale termini oltre l'asse delle Cento Fontane per diramarsi in una rete di sentieri trasversali, che facilitano la risalita al palazzo, quest'ultimo costituisce l'asse visivo principale. Il primo asse trasversale è invece quello costituito, nella parte pianeggiante del giaridno, dall'allineamento delle tre vasche dette Peschiere. La Fontana dell'Organo, con l'organo idraulico di Claude Vènard, ispirato ad esempi dell'antichità , caratterizzata da forma rettangolare e i blocchi incapsulati da un frontone sovrastato da due volute, si trova sull'estremo lato est di questo percorso d'acqua. Oltre le Peschiere, due rampe salgono in direzione del palazzo: quella laterale, nota come Scalinata dei Bollori (1567) è fiancheggiata da parapetti con scalini incorniciati da vasche da cui l'acqua zampilla copiosamente. Oltre il Percorso dei Draghi, che si sviluppa in diagonale, la scalinata centrale si divide in due rampe ovali che abbracciano l'omonima fontana-ninfeo. Questa insieme alla relativa esedra, costituisce il fulcro del complesso, con quattro draghi alati che emergono dal centro della vasca ovale, sputando getti d'acqua. Il parapetto è impreziosito da vasi anch'essi traboccanti d'acqua. Il viale delle Cento Fontane è composto da tre bacini allungati e sovrapposti, la cui acqua attraversa l'intero giardino. L'effetto più senzazionale è tuttavia costituito dalla grande cascata, che scaturisce da una cavità al centro dell'esedra: getti d'acqua si attivavano al passare di ignari visitatori sotto le arcate. Una collina artificiale, caratterizzata da tre nicchie con le statue della sibilla Tiburtina con il figlio Melicerte e delle divinità fluviali Ercolaneo e Aniene, si innalza alle spalle dell'esedra. La fontana di Roma o Rometta venne invece edificata sul lato ovest tra il 1567 e il 1570. A distanza di quasi un secolo, tra il 1660 e il 1661 venne realizzata, su progetto di Gianlorenzo Bernini, la Fontana del Bicchierone, che andò ad integrare l'impianto decorativo dell'asse longitudinale centrale, con la sua forma a calice dentellato, da cui un potente getto d'acqua precipita all'interno di una grande conchiglia. In quest'epoca venne inoltre sostituito l'ampio pergolato, presso l'ingresso originario della villa, con la cosiddetta Rotonda dei Cipressi: un'area a forma di esedra circolare, abbellita da quattro piccole fontane e circondata da cipressi secolari.

Spazio per le note

Definizione : Giardino

Tipologia : formale

Strutture architettoniche : Palazzo di residenza, Fontana di Leda, Peschiere, Fontana dell'Organo, Scalinata dei Bollori, Fontana ed esedra dei Draghi, Fontana della Rometta, Fontana del Bicchierone.

Misura : 4,5 ca.ha

Visitabile : aperto al pubblico

Bibliografia

Belli Barsali Isa, Branchetti Maria Grazia, Ville della Campagna romana, Lazio 2, Milano 1981, pp. 118-141, Centroni Alessandra. Villa d'Este a Tivoli. Quattro secoli di storia e restauri, Roma 2011.