Identificazione della descrizione
Nome del parco Giardino del Casino Rospigliosi Pallavicini al Quirinale
Data creazione XVII
Comune Roma
Regione Lazio
Autore/Creatore Van Santen, Jan, ideatore
Proprietario Proprietà Privata
Coordinate Via XXIV Maggio, 43aurorapallavicini@holdingimmobiliarepallavicini.it
http://www.casinoaurorapallavicini.it/Storia.htm
Posizione Latitudine: 41.898399
Longitudine: 12.486869
Fonte Santolini Sandro, 2013

Cronologia

"L'area oggi occupata dall'attuale Palazzo Pallavicini Rospigliosi, in epoca romana facente parte delle terme di Costantino, appartenne dal 1610 al 1616 a Scipione Borghese Caffarelli, "cardinal nepote" di papa Paolo V Borghese (1605-1622). Qui il grande cardinale volle realizzare il suo "giardino di Montecavallo", nei pressi del palazzo pontificio del Quirinale per il quale lo zio papa aveva dedicato grandi sforzi. Scipione vendette la proprietà dopo solo sette anni a Giovanni Angelo Altemps abbandonando il suo bel "giardino segreto" per il palazzo di Ripetta e per la vigna fuori Porta Pinciana. Alla committenza del cardinale Borghese si debbono tuttavia due capolavori assoluti dei Seicento l'affresco con l'Aurora di Guido Reni, realizzato nell'omonimo Casino, staccato dal corpo della residenza principale e la celebre sala affrescata con un finto pergolato sulla volta, opera ancora di Guido Reni in collaborazione del fiammingo Paolo Brill, al pian terreno dell'edificio principale, nel corpo di fabbrica più antico del palazzo, costituente in origine il Casino di Flavio Biondo, patriarca di Gerusalemme, maggiordomo pontificio e prefetto dei palazzi apostolici. Poche tracce sopravvivono del complesso arboreo che costituiva il giardino originale. Oltre al Casino Biondo altri quattro erano i padiglioni, di piccola entità . Nella parte di giardino che scendeva verso la Suburra, nell'area oggi occupata dall'edificio della Banca d'Italia, era stato realizzato il Casino di Psiche, con scene tratte dalle Metamorfosi di Apuleio, distrutto intorno al 1870 per realizzare via Nazionale. Nel 1611 fu costruita anche la loggia delle muse e il teatro d'acqua con le statue del Po e del Tevere. Sempre nel 1611 si iniziò il lavoro per la parte del giardino verso la piazza di Montecavallo con il Casino dell'Aurora concluso alla fine del 1612, mentre nel 1614 Guido Reni avrebbe terminato il celebre affresco con l'Aurora. Una volta realizzato il magnifico giardino e le logge mancava solo un palazzo per il quale si iniziarono a gettare le fondamenta per opera del Vasanzio e, forse, del Maderno. Un palazzo che però viene costruito con un impegno senza dubbio più modesto da parte di Scipione Borghese attento ad altre fabbriche. Nell'atto di vendita al duca Altemps, datato 8 maggio 1616 vengono descritti il giardino segreto, il 'palazzino di ritiramento' (il casino Biondo), la 'loggia da cenare' (il casino di Psiche), la 'loggia dell'Aurora' con due stanzoni per banchetti e con la peschiera per le barche, 'il fontanone con il teatro d'acqua' e la 'loggia delle muse', ma molto poco si dice del palazzo vero e proprio del Vasanzio probabilmente perchè non ancora ultimato per quel che riguarda l'apperato decorativo. Gli Altemps mantennero la proprietà per soli tre anni per poi rivenderla nel 1619 ad Enzio Bentivoglio, che la donò al suo parente, il cardinale Guido, nunzio apostolico in Francia presso la corte di Luigi XIII. A questo periodo risalgono le opere di Giovanni Mannozzi da san Giovanni: i tre ratti di Europa, di Anfitrite e di Persefone e i fregi con paesi di Filippo D'Angelo e Pietro Paolo Bonzi al piano terra della parte Rospigliosi del Palazzo e altre tre opere sempre di Giovanni da San Giovanni nella parte Pallavicini: un Incendio di Troia, la Morte di Cleopatra e l'Allegoria della Notte. Intorno al 1633 i Bentivoglio vendettero ai Lante, che a loro volta cedettero il palazzo al cardinale Giulio Mazzarino nel 1641. Nel 1704 Filippo Mancini duca di Nevers nipote di Giulio Mazzarino vendette ai Pallavicini Rospigliosi. Il giardino segreto scomparve quasi del tutto dopo il 1870 con lo sventramento per i lavori di realizzazione di via Nazionale. I Pallavicini possiedono ancora il secondo piano del palazzo e parte del giardino superstite. La parte Rospigliosi del palazzo è l'attuale sede della Coldiretti."

Riassunto

Il lungo muro lungo via Ventiquattro Maggio sembra quasi voler custodire un gioiello del panorama architettonico di Roma, ovvero la bellissima Villa Pallavicini-Rospigliosi, commissionata nel 1610 all'architetto Flaminio Ponzio dal cardinale Scipione Borghese Caffarelli, nipote di papa Paolo V Borghese. Il complesso, un meraviglioso insediamento al centro di Roma, sul colle del Quirinale, si estende là dove un tempo sorgevano le imponenti Terme di Costantino, i cui resti sono ancora oggi visibili al di sotto del livello pensile del Casino dell'Aurora. Al progetto iniziale di Flaminio Ponzio, che modificò le irregolarità del terreno creando un vasto giardino a più livelli, contribuirono successivamente anche altri noti architetti come Carlo Maderno, Giovanni Vasanzio e Onorio Longhi. Fu grazie al mecenatismo del cardinale Scipione Borghese che oggi possiamo ammirare gli straordinari affreschi che abbelliscono il Casino dell'Aurora (Guido Reni, Antonio Tempesta, Paul Bril), il Casino delle Muse (Agostino Tassi, Orazio Gentileschi) e la Loggia della Pergola (Paul Bril, Guido Reni). Dal 1616, anno in cui il Cardinal Borghese vendette il palazzo al duca Giovanni Angelo Altemps, si succedettero altri proprietari tra cui i Bentivoglio, il cardinal Mazzarino e, nel 1708, il Principe Giovanni Battista Rospigliosi, nipote di papa Clemente IX, che sposando la Principessa Maria Camilla Pallavicini trasformò l'immenso palazzo in abitazione della famiglia Pallavicini Rospigliosi. Ancora oggi una parte del Palazzo, non accessibile al pubblico, è di proprietà della famiglia Pallavicini, che custodisce la celebre collezione di dipinti, una delle più significative raccolte d'arte private esistenti a Roma, con più di 600 quadri, oltre a disegni, sculture e arredi.

Descrizione

"Nel vasto giardino, cui si accede dall'entrata in via XXIV Maggio, costituita da un arco a bugne sormontato dallo stemma del casato, si incontra sulla destra un'ampia area a pianta quadrata, delimitata lungo i lati da una fitta coltre di piante secolari, con la presenza predominate di lecci e palme, e caratterizzata dalla presenza centrale di uno spazio circolare tenuto a prato perimetrato da un viale ghiaiato. Una volta all'interno del cortile, il rumore del traffico si fa più lontano e sfumato e il visitatore cede al gradevole invito di guardarsi intorno. Il cortile appare delimitato sul fondo, verso est, da un elegante porticato e da un'ala del palazzo. Sul lato nord è invece il Casino dell'Aurora, che il cardinale Scipione Borghese fece erigere tra il 1612 ed il 1613 dall'architetto fiammingo Giovanni Vasanzio, con l'annesso giardino segreto, delimitato da un alto muraglione, cui si accede attraverso la duplice "Scala della Pastorella", ornata da sculture marmoree di epoca romana. Al livello inferiore del giardino segreto vi è un grande ninfeo, di forma semicircolare, conosciuto come "il Teatro" o "Fontana dei fiumi", uno dei più grandi e suggestivi ninfei barocchi di Roma, realizzato da Francesco Landini e Santino Veronese nel 1613. La zona centrale presenta una grande nicchia e al suo interno vi è una vasca con un mascherone, dalla bocca del quale fuoriesce l'acqua, che si raccoglie in un'altra vasca intermedia, per poi discendere per una scogliera nel grande bacino ellittico inferiore. Sul mascherone compaiono due grandi vasi ed una palla sulla quale si trova una losanga, motivo araldico dei Rospigliosi. Ai lati del nicchione centrale vi sono altre due nicchie, all'interno delle quali sono distese due grandi statue fluviali che simboleggiano il Tevere, a destra ed il Po a sinistra."

Spazio per le note

Definizione : Giardino

Tipologia : formale

Strutture architettoniche : Arco, Casino, Cortile, Giardino segreto, Mascherone, Muraglione Ninfeo, Porticato, Scala monumentale, Statua, Vasca.

Note : Leccio, Palme.

Bibliografia

Belli Barsali Isa, Ville di Roma, Lazio I, Milano 1983, pp. 400-401, Bufalini Giovanna A., Lepri Giada, Il Casino dell'Aurora Pallavicini. Percorsi, immagini, riflessioni, Milano, 2007.